Il "Giardino della Memoria" e il "Padiglione dei Volontari americani" custodiscono numerose e significative memorie dell'American Field Service, con particolare riferimento alla Grande Guerra.
A sottolineare il fortissimo legame fra l'azione dei volontari dell'American Field Service e l'antico rapporto di amicizia che unisce Francia e Stati Uniti, il Pavilion of the American Volunteers fu inaugurato l'11 settembre 1938: l'undici settembre, una data che oggi è associata ai tragici eventi del 2001, ma che allora commemorava l'eroico comportamento tenuto da Lafayette durante la battaglia sul Brandivino e simboleggiava l'amicizia fra due Nazioni.
Numerose testimonianze permettono di ricostruire l'aspetto originale delle collezioni dell'AFS depositate nel Museo, così come erano il giorno dell'inaugurazione: dal 1938 ad oggi, in effetti, non molto appare mutato dal punto di vista della quantità dei reperti. Fra le aggiunte più significative, vale la pena di menzionare la sala dedicata alle memorie della Seconda Guerra Mondiale e il busto di Stephen Galatti, collocato nel museo dopo la sua morte, l'11 ottobre 1969.
Le prime testimonianze relative all'American Field Service si trovano però all'esterno del museo vero e proprio, nel Jardin du Souvenir («Memorial Gardens»): dove si erge il monumento commemorativo ad Abram Piatt Andrew, costituito dal busto in bronzo del Fondatore, ritratto nell'uniforme di servizio, e da sei pannelli scolpiti a bassorilievo che riassumono l'attività dell'AFS. Il monumento è opera dello scultore Walter Hancock, presente alla cerimonia di inaugurazione. Il testo dell'epigrafe, posta nel blocco che sorregge il busto, riepiloga con efficacia i sentimenti di Andrew verso il popolo francese e il significato profondo della sua opera:
«PIATT ANDREW, 1873-1936.
He created the American Field Service. He directed its activities in France. When peace came he said the Field Service volunteers themselves gained far more than the wounded poilus from the work which they performed in serving with the armies of France. They enjoyed a privilege the memory of which will remain not only a cherished heritage but a living influence».
Un altro particolare di questo giardino non è privo di significato per la storia dell'AFS: il magnifico filare di pioppi che fronteggia tuttora il monumento di Andrew ricorda il quadro che l'ambulanziere e pittore Waldo Pierce dedicò ai caduti dell'AFS, che si trova esposto nel museo . Sotto i pioppi, proprio di fronte al monumento di Andrew, si elevava una lastra di marmo contenente i nomi degli ambulanzieri dell'AFS caduti nel 1914-1917.
Ci sono solo i nomi: ma le storie di questi ragazzi, morti nella Grande Guerra mentre prestavano servizio, sono note e commoventi. Il primo, Richard Neville Hall, ucciso in servizio la notte di Natale del 1915; il meno fortunato, Edward Joseph Kelley, caduto durante la sua prima missione, sei giorni dopo aver raggiunto la sua unità; il veterano, Henry Enlington Montgomery Suckley, ferito mortalmente il 18 marzo 1917 in Albania, dopo aver prestato due anni di servizio nell'AFS, e capace di affrontare una lunga agonia con eroica fermezza; e ancora, Harmon Bushell Craig, ferito gravemente a una gamba, rifiutò di ricevere le cure prima di aver portato in salvo i feriti francesi: emulo di Lafayette sul Brandivino, ma meno fortunato, dato che non sopravvisse alla grave emorragia.
La totalità dei ricordi e dei cimeli provenienti dalle Collezioni dell'AFS era ed è esposto in alcune sale, ricavate nelle fondamenta del Castello, in uno spazio che si trova sotto il livello del suolo.
La prima sala, la Ambulance Room, deriva il suo nome dalla presenza, al centro, della caratteristica ambulanza dell'AFS, la Ford leggera modello T. Ma non è certo l'unico reperto degno di nota: nella sala si trovano esposti gli emblemi delle sezioni dell'AFS, l'uniforme di Piatt Andrew, una copia della lettera del Generale Joffre, il proiettore con cui è stato girato il film Our American Boys del 1916, numerose fotografie e disegni, opera di Waldo Pierce.
Proseguendo la visita si giunge alla Rue Raynouard Room, che custodisce le memorie sul "21" il Quartier Generale di AFS a Parigi. Fra le testimonianze più interessanti le fotografie, che ritraggono uomini e mezzi dell'AFS nel Quartier Generale, e la collezione di libri dedicati ad AFS fra i quali spicca l'edizione privata, curata da H.D. Sleeper, delle lettere di Andrew del 1916.
Mentre il monumento ad Andrew nei Memorial Gardens e i reperti conservati nelle prime due sale sottolineano le opere di pace dell'American Field Service, il Corridoio appare invece dedicato alla militarizzazione di AFS, in particolare dopo l'entrata in guerra degli Stati Uniti. Molto interessanti sono le testimonianze relative alla Réserve Mallet, che comprendono non solo fotografie, ma anche materiale di propaganda. Medesimo spirito anima la sala dedicata alla Escadrille Lafayette: benché i rapporti con l'AFS non siano del tutto chiari, alcuni reperti presenti nella stanza confermano il fatto che alcuni volontari AFS abbiano fatto in seguito parte della squadriglia aerea.
Henry Sweet Jones, volontario AFS nella unità 1, appare ritratto in due foto prima alla guida della sua ambulanza e poi accanto a un aereo. La parte più interessante dei reperti è ancora una volta costituita dalle fotografie: che rievocano storie e particolari altrimenti dimenticati; volti, esperienze e testimonianze che altrimenti non sarebbero entrati nella storia.
Conclude la visita la sala che raccoglie alcuni cimeli della Seconda Guerra Mondiale (The World War II Room): si tratta obiettivamente di materiale scarsamente rilevante rispetto al resto delle testimonianze; perché, se è vero che l'AFS ebbe un ruolo importantissimo portando la sua esperienza su numerosi ed esotici scenari bellici, la sua attività in Francia risultò forzatamente limitata alle poche settimane che separarono l'arrivo dei volontari all'occupazione di Parigi (maggio-giugno 1940).