Nell'estate del 1961 il Bus Trip fu uno dei più affollati di tutta la storia dell'AFS. I borsisti trasportati furono 1.827 e vennero utilizzati 54 bus della Greyhound. Nel giro di tre settimane i ragazzi visitarono 402 comunità in 45 stati. Il punto culminante del viaggio è come sempre la visita a Washington D.C. dove, il 13 luglio, il Presidente Kennedy rivolge la parola agli studenti sul prato antistante la Casa Bianca, preceduto dalla presentazione del Direttore dell'AFS, Stephen Galatti.
Stephen Galatti:
«Signor Presidente, posso presentarle 1.827 ragazzi e ragazze provenienti da 50 stati che hanno frequentato il liceo in questo paese e hanno vissuto con le loro famiglie la vita della comunità? Hanno portato con sé la loro cultura. Si sono fatti degli amici e hanno ricevuto dal nostro paese cura e amore. A nome di ciascuno di loro, le prometto che nessuno dimenticherà questo paese».
Il Presidente:
«Signore e Signori, voglio esprimere il nostro grande piacere nel darvi il benvenuto alla Casa Bianca. Ho appena appreso che voi avete portato qui con voi la vostra cultura. Non so se le vostre famiglie ne saranno contente o dispiaciute, ma guardandovi dall'alto io pensavo che voi foste 1.800 studenti americani in piedi sui gradini del prato della Casa Bianca. Vediamo un po' se riusciamo a vedere da dove venite. Voi che venite dall'Europa, potete alzare la mano? Poi tutti quelli che vengono dall'America Latina. Poi quanti venite dall'Africa. Poi quanti venite dall'Asia. E poi Australia e Nuova Zelanda. Poi gli Stati Uniti. E il Canada. E che ne è del Canada? Beh, quest'anno niente Canadesi !
Per prima cosa, voglio dirvi che io sono un grande ammiratore dell'American Field Service. Molti bravi ragazzi americani che io ho conosciuto si sono distinti nel servizio nei giorni della Seconda Guerra Mondiale e hanno mostrato - io credo - compassione, e certamente amicizia, a persone che stavano da tutte e due le parti. Ma la cosa più importante è che loro hanno imparato da questa esperienza una lezione fondamentale: ed è per questo, per il loro continuo interesse nel nostro paese e per la causa della pace, che voi siete qui.
Io spero che dalla vostra esperienza qui abbiate tratto anche voi utili insegnamenti: che non ci sono problemi semplici; che noi, qui negli Stati Uniti, guardando intorno al mondo a tante persone e a tante culture diverse, costruiamo nelle nostre menti stereotipi, pregiudizi, simpatie e affezioni; e sono sicuro che vi siete resi conto di quanto noi siamo lontani dalla capacità di comprendere davvero la vera vita dei vostri connazionali. Voi farete ritorno a casa, e troverete che la gente ha stereotipi, pregiudizi e idee proprie sugli Stati Uniti.
Il vostro futuro destino, lo spero, sarà quello di servire nell'interesse della pace, come un ponte fra le parti migliori del mio paese e dei vostri connazionali. Io spero che voi possiate partire da qui non solo come amici, ma che abbiate osservato i nostri difetti e compreso le nostre attività, e soprattutto ciò che stiamo cercando di fare e ciò che stiamo tentando di essere, e che voi riconosciate che questo paese è un cantiere ancora aperto. Noi vogliamo la vostra amicizia, e spero che voi, tutti e 1.800, siate il seme da cui nascerà una vita migliore per tutti i vostri connazionali.
Questa casa appartiene al popolo americano e noi siamo solo residenti temporanei. Ha ospitato un buon numero di Americani che, sono orgoglioso di dirlo, sono stati fonte di ispirazione per i vostri popoli - Washington, Jefferson, Lincoln, i Roosevelt, Wilson e molti altri. Noi ora occupiamo una posizione di responsabilità nei tempi più difficili, tutti noi. Perciò, una volta ancora, è per me un onore, come Presidente degli Stati Uniti, dare il benvenuto a voi, che forse nei mesi e negli anni che verranno sopporterete la grande responsabilità di essere leader nei vostri paesi. Mi auguro che un futuro Presidente degli Stati Uniti potrà salutare, fra qualche anno, un presidente o un primo ministro che nel luglio del 1961 si trovava qui, su questo prato, alla Casa Bianca.
Grazie».